Puglia: a heel of colors and flavors

Negroamaro: il vitigno nero che produce vini dai colori delleuroalba e del tramonto.Di Filippo Bartolotta Siamo nel 1840, quando circa 20Ql di vino al giorno lasciavano il porto di Brindisi quotidianamente, dice Elio Minoia, enologo delleuroAzienda Valle delleuroAsso, citando alcune notizie da Spartaco, un giornale delleuroepoca.Per molti anni la Puglia ha venduto vini da taglio dal colore intenso, grassi e corposi.Per ottenere vini con questi eurosuper poteri- si usava un vitigni carico di estratti e colore: il Negroamaro. Uneurouva che rinforza il significato del suo nome due volte: dal latino niger = nero e dal greco antico maru = nero.Ma come se la natura generosa di questo vitigno non fosse stata sufficiente, per aumentare la forza del vino da taglio si praticava il salasso,continua Elio: la mattina presto, quando le vinacce sono in sospensione si estrae il 15-20% di mosto fiore che per il poco contatto con le bucce divent un ros.Cos facendo si aumentava la ratio di parte solida su quella liquida consentendo pi estrazione e concentrazione.E mentre le navi salpavano cariche di quel vino denso e alcolico, i contadini pugliesi rimanevano a coltivare la loro terra antica e difficile, accontentandosi di bere ci che rimaneva in masseria: i vini dal colore delleuroalba e del tramonto.Oggi Valle delleuroAsso di Gino Vallone uneuroazienda orgogliosa di produrre il proprio rosato con i sui profumi di frutti di bosco e fiori, insieme a grandi bianchi croccanti e succosi, rossi puliti ed integri ed un sorprendente Aleatico passito.Ormai la Puglia, insieme a questi rosati profumati ed espressivitrattiene in casa propria anche il migliore succo di quelleuroantico e magico Negroamaro producendo dei rossi di carattere, longevit e struttura che sti stanno scrollando di dosso la mano enologica ed internazionale di qualche anno fa.La diciassettesima manifestazione euroRosati in Terra di Rosatieuro svoltasi questo trascorso fine Luglio a testimonianza di questa scelta enologica di qualit che questa Regione ha ormai abbracciato definitivamente aldil della tipologia e delle dimensioni delle cantine.Alloggiati vicino alla bianca Ostuni, alleurowine-hotel La Fontanina che dedica le sue stanze alle pi importanti cantine pugliesi, un gruppo ristretto di giornalisti provenienti da tutto il mondo stato guidato da uneuroinarrestabile Franco Ziliani alla scoperta non solo della selezione Vinitaly dei venti migliori ros pugliesi 2009, ma anche del territorio tutto.I patron delleuroalbergo, Francesco ed Evelyne, sono anche tra coloro che per primi hanno creduto nel progetto Rosati in Terra di Rosati.A loro va un plauso per il coraggio avuto nella scelta dei rosati-una delle tipologie enologiche pi bistrattate e derise al mondo- come ambasciatore delle loro migliori risorse argoalimentari.E se partito con un certo grado di scettiscismo -si lo ammetto!- alla scoperta dei rosati salentini, affaticato ormai dagli assaggi di fine stagione, con il taxi in ritardo alleuroaeroporto di Brindisi, mi fermo per un boccone al bar.Leuroinsipida insalatina non aiuta il mio morale, ma come stacco un boccone di pane mi si apre il cuore verso il tacco deuroItalia e percepisco visceralmente leuroospitalit incredibile di questa terra.Viaggiare, vedere le cose con i propri occhi, respirare leuroaria di un posto, condividere anche solo un pranzo o una cena con chi vive tutti i giorni un luogo leurounico modo per fare proprio un vino e un territorio.Alla cena di benvenuto al Fornello da Ricci a Ceglie Messapica, al confine tra Murgia ed il Salento, gli chef e proprietari Antonella Ricci e Vinod Sooker ci hanno fatto vivere tutti i sapori della loro masseria ed ogni piatto, credetemi, parlava in stretto dialetto locale.Era da tempo che non mangiavo con tanta copiosa felicit in un ristorante: dalla semplice formaggella vaccina fritta alla saporitissima melazzanetta al forno; dalla crema di fagiolini piccante alla crostatina di cicoria; e poi il coscio di agnello arrosto ed il gelato artigianle di melone, susine gialle e pesche.Non tocchiamo il letto se non prima delle una di notte e alle nove siamo gi tutti sul pulmino pronti per il nostro viaggio di scoperta. Lasciamo La Fontanina diretti a sud verso Cellino San Marco.Per la prima mezzeuroora nessuno parla se non il paesaggio che scorre veloce attraverso i finestrini: decine, centinaia di maestosi olivi odierni e millenari euro si dice ce ne siano 80 milioni in Puglia!- si stagliano sulla terra rossa carsica ricca di ferro che contrasta i bianchissimi muretti a secco che circondano le masserie.Questi muri non vengono costruiti soltanto per delimitare la proprieta, ma la pietra calcarea porosa di cui sono fatti assorbe leuroacqua piovana e la rilascia lentamente inumidendo il terreno per contrastare la siccit estrema di queste aree: Apluvia -regione senzeuroacqua- una delle etimologie del nome Puglia.Agricola ValloneQui coltivare la vite un atto eroico che ciascuna masseria decide di portare avanti con determinazione e individualit. Nate per proteggere le persone ed i raccolti dagli attacchi dei pirati turchi, dopo che nel 1480 otranto fu distrutta, le masserie sono oggi ristrutturate da giovani agricoltori/imprenditori come la famiglia Falvo che incontriamo nella loro Masseria LiVeli.

Una piccola realt dominata dal bianco della pietra, dagli archi della cantina e dai vigneti a settonce di origine romana -dove ciascuna vite piantata ad alberello ai vertici di un esagono ed al suo centro- per consentire un pi ordinato utilizzo del suolo, una maggiore areazione tra le vigne e spazio per le radici.Il risultato nel bicchiere sono il Passamante, un Negroamro in purezza dai tratti morbidi e fruttati, ed il Pezzo Morgana, un cru di Negroamaro denso ed estrattivo.Interessante leuroesperimento delleuroampio e minerale Verdeca in purezza, anche se un goccio di Fiano Minutolo regala un tocco di florealit al vino.Di tutteuroaltra dimensione invece La Cantina Sociale Le Due Palme che produce quasi sei milioni e mezzo di bottiglie leuroanno. Una sfida che la famiglia Maci ha lanciato venti anni fa chiedendo ai soci di produrre sotto gli 80kg/ha contro gli abituali 250!Oggi contano oltre 1000 (dico mille) soci che conferiscono uva per una ventina di etichette. Tra i vini assaggiati il loro best seller Salice Salentino un vino molto fresco pieno di frutti a bacca rossa. Ancora in via di definizione il Susumaniello, un vitigno antico vinificato in purezza con profumi di amarene molto mature e mandorle.Le nostre giornate sono scorse cos, una cantina dietro leuroaltra, percorrendo centinaia di chilometri per stringere la mano a uomini ispirati come il Professor Benegiamo della Masseria LeuroAstore. In questo caso sono stati investiti tempo, denaro e amore non solo per la produzione di vino ma anche per il recupero di capolavori architettonici srtaordinari com il frantoio ipogeo del 1700: un luogo carico fascino ed energia che da solo diviene motivo di viaggio.I vini sono di tratto moderno, con spezie di rovere su una materia ricca e polposa. Tra le mie note emerge invece un Negroamaro in purezza che non vede un briciolo di legno: succoso, scattante e ricco di frutti di bosco e ciliegie euro il Filimei 2009.Ben felice di visitare poco prima della partenza una cantina con dei vigneti straordinari alle pendici del mare che produce sotto leuroegida sicura della famiglia Antinori. Si tratta delleuroAzienda Tormaresca gestita da un pool di giovanissimi esperti che stanno mostrando un grande carattere nelleuroespressione di vini pugliesi.Cantina super tecnologica per gestire dei vini molto densi e carichi con un bel corredo di spezie di rovere, come il Mame, un Negroamaro in purezza vendemmiato un po tardivamente dai sentori di prugne, lamponi e tabacco.Pur sapendo gi da prima che avrei dovuto interrompere il viaggio, devo dire che lasciando i miei colleghi davanti ad una delle aziende che produce uno dei miei preferiti vini di Puglia ho sentito un lieve dolore. Leuroazienda Agricole Vallone, produce un vino che prende il nome dal metodo di vinificazione che prevede una messa a riposo delle uve prima della fermentazione. il Graticcia Negroamaro potente, dal succo dolce ed estrattivo, ma anche pepato, sapido quasi salato con una beva inarrestabile.Francesco ed Evelyne, quasi che si fossero accorti della mia sete di Puglia, durante la cena del mio commiato hanno deciso di aprire anche una finestra sul passato con un viaggio enologico indietro di venti anni.Nel prendere posto al mio tavolo gi imbandito di polpettine e gioiose melanzane ripiene noto Francesco misteriosamente impegnati nella cura di una dozzina di bottiglie. Dal sorriso trapela la sensazione di chi sa di aver scelto il pi gradito degli omaggi per i propri ospiti: una verticale parallela di due grandi etichette pugliesi: Notarpanaro e Patriglione.Un viaggio dal 1988 ad oggi a bordo del Negroamaro, vitigno cartina tornasole delleuroeccellenza salentina e del mio viaggio pugliese.Entrambi i vini delleuroazienda Taurino oltre al Negroamaro, vedono la presenza della profumata Malvasia Ner con un 10% per il Patriglione e un 15% per il Notarpanaro.I campioni erano tutti in buone condizioni (tranne un tappo per il Notarpanaro euro93), ma tre vini sono emersi per me al di sopra degli altri. In particolare ricordo ancora con vividezza i profumi di Notarpanaro 1990, Patriglione euro94 e Patriglione 1999.Il Notarpanaro 1990 staccava per la sua sapidit, mineralit e leggiadria che faceva venire voglia di ballare. Un vino vivo ricco ancora di frutti a bacca rossa, liquerizia e tartufi.Il Patriglione 1994 invece credo sia stato alla fine il vino con pi ampiezza, struttura e profondit. Fruttato espressivo e pulito, cuoio e tabacco al naso ed un finale lungo dalla beva squisita.Il Patriglione 1999 emerso per la sua densit e trama tannica fitta ma docile con un allungo e una potenza che non irrigidiscono il vino ma anzi fanno presagire ad un futuro pieno di belle sorprese.E preparative ad accoglierne di belle sorprese dalla Puglia, visto che ancora qui si respira uneuroaria di rinascita, una voglia di emergere e di confrontarsi non comuni. Un territorio che si presenta al mondo con i suoi vini pi semplici ed espressivi significa che non ha paura di niente ed pronto a fare il cambio di passo necessario per entrare a pieno titolo con i grandi delleuroenologia mondiale.
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